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8xmille / La gente di Boncore (LE) ritrova la speranza

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A Boncore, una frazione di Nardò (LE), nel 2021 è stato inaugurato il centro socioeducativo Core a Cuore, grazie anche ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, opera della Caritas diocesana di Nardò Gallipoli. Il direttore della Caritas, don Giuseppe Venneri, ci accompagna a conoscere questa testimonianza di come, insieme, si possa far rinascere la voglia di rimanere a vivere anche lontano dalle grandi città. 

Un territorio incantevole ricco di testimonianze passate e bellezze paesaggistiche: dalle spiagge di sabbia bianca ai centri storici, dalle riserve marine alle zone rurali, dalle tradizioni culturali alla cucina locale. È il versante ionico della penisola salentina, ricco di comuni e frazioni, che si attraversano senza accorgersene, a volte perdendosi, con strade superaffollate per il turismo estivo, e sconfinando dalla provincia di Lecce a quelle di Brindisi e Taranto. Qui a Boncore, una frazione di Nardò (LE), nel 2021 è stato inaugurato il centro socioeducativo Core a Cuore, grazie anche ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, opera della Caritas diocesana di Nardò Gallipoli.

Perché proprio Boncore?
“Perché – ci spiega il direttore Don Giuseppe Venneri, classe 1978 – questa località è tra le frazioni più lontane dalla città, quasi 25 chilometri, e la popolazione residente, circa 300 abitanti, non aveva alcun centro aggregativo, esclusa la parrocchia, che potesse offrire servizi quotidiani per bambini, ragazzi e adulti. Oggi disponiamo di un centro d’ascolto, di uno sportello di assistenza psicologica, di un centro di accompagnamento allo studio e di aggregazione sociale (biblioteca, sala multimediale, sale ludico ricreative), tutti servizi che hanno favorito il consolidamento dei legami nella comunità”.

Ma la popolazione come ha recepito la nascita di questo luogo?
“Dalla prima annualità abbiamo dovuto faticare per guadagnare la fiducia della comunità, disillusa da anni di trascuratezza istituzionale. Se si pensa che fino al 2014 a Boncore erano presenti una scuola elementare e materna, un ufficio postale e una farmacia che oggi non ci sono più, le persone si sono viste abbandonate. Oggi anche usufruire del medico di base è difficoltoso per la distanza dal centro abitato. Invece è nata una collaborazione con l’amministrazione comunale e abbiamo potuto avviare un periodo di ascolto e confronto con le famiglie, che ci ha portato a calibrare le attività del progetto. Il comune di Nardò, poi, ci ha consegnato l’ex scuola elementare, che abbiamo adibito a sede del progetto. Oggi il centro Core a Cuore è inserito nelle strutture convenzionate con l’Ambito Territoriale 3 di Nardò e vi lavorano cinque educatori professionali, un’assistente sociale e una psicologa.

“Il supporto psicologico – aggiunge il coordinatore del centro, Pierluigi Polo – è stato fondamentale negli anni del covid, considerando il tasso di dispersione scolastica e le paure legate all’isolamento da virus. Accogliamo utenti dai 4 ai 18 anni non compiuti, non abbiamo contezza delle centinaia di ragazzi che in cinque anni hanno usufruito del nostro centro. L’evento tanto atteso è la festa finale di fine luglio che conclude un campo di un mese e mezzo. Siamo gli unici a non far pagare il camposcuola, usufruendo anche dei buoni della Regione Puglia, oltre che di un contributo dell’8xmille.”

Andrea Vairo, 50 anni, originario di Asti, si è trasferito in Puglia da Torino, dove lavorava, insieme alla moglie, originaria di Nardò, per crescere qui il loro figlio.

“Sono educatore da sempre – afferma Vairo – e qui ho conosciuto ragazzi splendidi, con tanta voglia di conoscere, raccontare e mettersi in gioco. La realtà di una frazione come Boncore è lontana da ogni forma di aggregazione infantile e giovanile: oratori, cinema, parchi giochi, pub. A parte il mare, splendido, il rischio isolamento, specie d’inverno, è altissimo. Con i nostri ragazzi proiettiamo film e li commentiamo, trattiamo tematiche come il bullismo, offriamo loro sempre nuovi spunti di riflessione. Anche i litigi fra di loro non sono mai dovuti a forme di prevaricazione. Notiamo che hanno difficoltà a riportare correttamente i vissuti e i percorsi scolastici anche in famiglia e noi ci occupiamo di educazione civica, di argomenti ambientali, di raccolta differenziata, di spreco alimentare”.

Veruska, 42 anni, è mamma di 4 figli, di cui 3 frequentano il centro. È la prima ad arrivare alla festa di questa estate, con l’entusiasmo di una ragazzina. “Dopo la separazione da mio marito – confida – ho instaurato con tutti loro un legame fraterno. I miei figli gemelli dopo la bocciatura scolastica hanno recuperato il profitto, anche mia figlia dislessica ha fatto molti progressi. Con loro ho pianto e gioito anche quando pensavo di non farcela, sono stati pazienti ad aspettarmi quando, a causa degli orari di lavoro, arrivavo sempre tardi al centro per portare via i miei figli. Giovanni, 16 anni, oggi ha sviluppato la capacità di fare da solo ed è di aiuto ai più piccoli”.

Giulia Filograna è la giovanissima psicologa del centro, impiegata da gennaio scorso. “Questa mia prima esperienza occupazionale in un centro educativo – precisa – mi costringe a rivedere continuamente i rapporti: è molto stimolante lavorare con loro, trattandosi di ragazzi e rispettive famiglie che vivono situazioni di fragilità. Mi occupo di sostenere il benessere emotivo e relazionale, ma anche di affiancare i giovani con difficoltà di apprendimento, aiutandoli a sviluppare consapevolezza, strategie personalizzate e fiducia nelle proprie risorse. L’obiettivo è quello di creare un percorso integrato, in cui mente, cuore e relazioni possano crescere insieme. Oggi, a distanza di sei mesi, posso affermare che la motivazione è cresciuta notevolmente”.

“È un progetto che mette al centro la persona in tutte le sue dimensioni – conclude don Giuseppe Venneri –, avendo come bussola l’amore per l’uomo, tutto l’uomo, secondo la pedagogia del Vangelo. Il nostro progetto è aperto a quanti vogliano offrire il proprio contributo per la crescita della comunità in senso lato. Abbiamo scelto Boncore perché rappresenta la comunità ideale, la polis nel senso classico del termine, in cui i risultati delle buone prassi possono essere immediatamente riscontrabili e replicabili in altre comunità. Ecco perché faccio appello a tutti gli uomini e le donne di buona volontà perché offrano il proprio contributo al progetto e di conseguenza alla comunità. Nell’ambito del turismo, grazie al già avviato Progetto Opera Seme, stiamo promuovendo il territorio attraverso il turismo lento e il coinvolgimento degli imprenditori: aziende, ristoratori e albergatori che vogliono aderire al codice etico del progetto. Infine, nel prossimo autunno, grazie ad un progetto di Caritas Italiana che coinvolge cinque diocesi avvieremo un ambulatorio sociale in cui presteranno servizio cinque medici volontari per diverse specializzazioni. L’ambulatorio avrà in dotazione un ecografo multidisciplinare di nuova generazione per la prevenzione e la diagnostica. Vogliamo superare l’idea di una carità che si manifesta solo nell’assistenza, passando a quella carità intelligente di cui parlava Papa Francesco, che sia intraprendente e crei opportunità”.

(Uniti nel DonoSabina Leonetti – foto gentilmente concessa da don Giuseppe Venneri)

 

 

 

8xmille / Caritas Italiana ad Haiti per incontrare le donne beneficiarie del progetto “Caminos de Esperanza”

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Una delegazione di Caritas Italiana è tornata ad Haiti, ad Anse-à-Pitres, al confine con la Repubblica Dominicana, per incontrare le donne beneficiarie del progetto binazionale “Caminos de Esperanza”. Un’iniziativa – viene sottolineato in un comunicato – sostenuta dalla Conferenza Episcopale Italiana – con i fondi 8xmille destinati alla Chiesa cattolica – e realizzata insieme alla Congregazione scalabriniana, che nasce per accompagnare donne migranti haitiane che vivono nei bateyes dominicani e altre che, da un giorno all’altro, sono state deportate con violenza in un Paese, Haiti, che spesso non conoscevano più, perché cresciute e radicate in terra dominicana.

Il dramma che vivono queste donne – viene evidenziato da Caritas Italiana – è profondo: politiche migratorie restrittive negano loro il diritto alla regolarizzazione, rendendole invisibili, escluse dai servizi sanitari, soffrendo continue violazioni dei propri diritti. Molte di loro vivono da anni – alcune da sempre – nella Repubblica Dominicana, ma sono costrette a nascondersi per paura di essere espulse.

“Ad Haiti”, racconta Clara Zampaglione di Caritas Italiana, “abbiamo ascoltato le storie di donne costrette a ricominciare da zero, senza legami, senza riferimenti, con il solo peso della sopravvivenza sulle spalle”. Con il progetto “Caminos de Esperanza”, Caritas Italiana e le suore scalabriniane garantiscono sostegno concreto: accesso alla documentazione, opportunità di reddito, accompagnamento umano e spirituale. Un aiuto per ritrovare la propria dignità e ricostruirsi una vita.

Caritas Italiana

Fabriano-Matelica / Le comunità raccontano i campanili. Un incontro su 8xmille, arte e comunità

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Prendendo spunto da un importante progetto diocesano promosso a livello nazionale dalla CEI, che ha visto selezionata la Diocesi di Fabriano-Matelica per il recupero di beni ecclesiastici danneggiati dal sisma del 2016, l’incontro del 3 ottobre presso il Museo Diocesano di Fabriano (Provincia di Ancona), tende a spiegare i fondamenti del Sostegno economico alla Chiesa cattolica, esporre i dati quantitativi dei contributi che giungono in diocesi e presentare esempi virtuosi nei quali le comunità racconteranno come è avvenuta la raccolta fondi ed il loro successivo impiego. Con il contributo dell’Ufficio Beni Culturali ed Edilizia di Culto e la partecipazione dell’Economo diocesano.

Agrigento / Il Sacerdote: “Al servizio della comunità, nella luce di Dio”

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La Parrocchia S. Antonio di Padova di Menfi della Arcidiocesi di Agrigento, sita in Piazza Vittorio Emanuele III, parteciperà alla Manifestazione “INYCON 2025” Racconti di Terra e Mare, nelle serate del 3-4-5 ottobre 2025. I protagonisti saranno i ragazzi della Mistagogia, gruppo Shemà, con uno stand espositivo davanti l’ingresso della parrocchia. I ragazzi, con l’aiuto della referente parrocchiale per il Sovvenire, illustreranno le finalità e modalità della Firma per l’8xmille, il progetto “Uniti Possiamo”, per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica.

In allegato il programma e la locandina.

Uniti nel Dono / Online il nuovo numero di Sovvenire

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L’ultimo numero di Sovvenire, il n. 2 del 2025, era stato chiuso il 20 aprile, poche ore prima che Papa Francesco, improvvisamente, ci lasciasse. Da quel momento ci siamo trovati ad attraversare una vera e propria tempesta di sentimenti, dal dolore fino alla gioia, passando per l’emozione dell’attesa di quella fumata bianca che, come sempre, è riuscita a tenere gli occhi del mondo incollati al comignolo della cappella Sistina, mentre si aspettava di sentir suonare a distesa (in caso di fumata bianca) le campane di San Pietro, per fugare ogni eventuale dubbio cromatico sul fumo. Un comignolo, delle campane. La semplicità di un rituale che, sempre uguale a se stesso, ci ricorda chi siamo, in quali salde e misericordiose mani siamo adagiati, quale preziosissimo tesoro in vasi di creta ci è stato affidato.

Da più di duemila anni l’annuncio del Vangelo non cessa di risuonare con fedeltà grazie alle vite donate dei successori di Pietro e degli apostoli e proprio in questa continuità si manifesta la maternità della Chiesa. Con questo spirito, dopo aver salutato con commozione e gratitudine Papa Francesco, abbiamo accolto il nuovo Pontefice, Leone XIV, che – per la prima volta nella storia della Chiesa – è un religioso agostiniano. Per questo abbiamo voluto caratterizzare questo numero di Sovvenire dando spazio a un confratello di Robert Francis Prevost che ci aiutasse ad approfondire la spiritualità agostiniana, offrendoci qualche chiave di lettura spirituale per comprendere meglio gli insegnamenti di Papa Leone. Padre Gabriele Pedicino, priore provinciale degli agostiniani d’Italia, ci ha delineato in poche sapienti pennellate il carisma agostiniano e ha attinto dai propri ricordi personali per aiutarci meglio a capire di che stoffa è fatta l’umanità del nuovo Successore di Pietro.

E poi siamo andati in Perù, dove Prevost è vissuto per oltre 20 anni, per farci raccontare da don Roberto Seregni (fidei donum di Como dal 2013 a Carabayllo, nella periferia Nord di Lima) la vita in quella terra di missione.

Anche stavolta troverete, poi, da Roma alla Sicilia, da Milano a Sulmona, tanti altri scorci di vita cristiana vissuta nelle nostre comunità ecclesiali, insieme alla terza puntata del dossier dedicato ai verbi del Giubileo, a una bellissima riflessione del card. De Donatis sull’esame di coscienza e a una ricca Infografica che tira le somme di 30 anni del Progetto Policoro della CEI, per l’occupazione giovanile.

Vorrei invitarvi a leggere, infine, con particolare attenzione, le due pagine con le vostre testimonianze: una donatrice, un’incaricata diocesana del Sovvenire e un parroco ci ricordano che domenica 21 settembre abbiamo celebrato la Giornata Nazionale per sensibilizzare le comunità parrocchiali alla necessità delle Offerte per il sostentamento dei sacerdoti. Ormai la Giornata si è trasformata in un trimestre di speciale impegno, da ora fino alla fine dell’anno. Coraggio, dunque: rimbocchiamoci le maniche! Uniti nel dono, reciproco, con i sacerdoti e per loro.

MASSIMO MONZIO COMPAGNONI
Responsabile del Servizio Promozione CEI per il Sostegno Economico alla Chiesa

8xmille / Rondine: l’Unesco riconosce la Cittadella della Pace come modello per la trasformazione dei conflitti

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“Rondine è nata per dimostrare che la pace non è una parola da pronunciare, ma una pratica quotidiana fatta di coraggio, fatica e convivenza. Da ventisette anni, ogni giovane che arriva qui porta con sé un pezzo di conflitto e lo trasforma in un seme di dialogo”.

Con queste parole Franco Vaccari, fondatore e presidente di Rondine, ha inaugurato i percorsi formativi della Cittadella della Pace 2025-26.

L’inaugurazione è stata accompagnata da un riconoscimento di valore mondiale: Rondine ha infatti ricevuto il prestigioso riconoscimento dell’Unesco come esperienza educativa innovativa per la trasformazione creativa dei conflitti e la promozione della pace. Un traguardo che si lega anche alla Giornata della virtù civile in Toscana, promossa dall’Associazione Civile Giorgio Ambrosoli, che per il secondo anno ha scelto Rondine come cornice simbolica dell’iniziativa.

Il riconoscimento Unesco ci ricorda che ciò che accade a Rondine non resta chiuso tra queste mura, ma parla al mondo intero. L’educazione è il nostro strumento di pace e dialogo, anche nei luoghi segnati dal conflitto”, ha sottolineato Vaccari.

Per l’occasione è giunto il messaggio del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha definito il modello Rondine “una risorsa preziosa da proteggere e sostenere”. Dello stesso tenore la lettera del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: “La Costituzione italiana ci ricorda che il nostro Paese ripudia la guerra. Non è un’astensione passiva, ma una scelta coraggiosa che nasce dal dolore della storia e diventa un impegno presente”.

Presentata anche la nuova generazione della World House, lo studentato internazionale della Cittadella, che accoglierà per i prossimi due anni 20 giovani provenienti da aree di conflitto in Europa dell’Est, Balcani, Caucaso e America Latina, con il ritorno significativo di studenti da Medio Oriente e Africa. Il progetto è realizzato anche con il contributo della CEI, attraverso i fondi dell’8xmille.

(Sir, 27 settembre 2025)

Sostentamento clero / Il prete è uomo del Mistero, non del rendimento

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Sull’agenzia di stampa Sir della CEI in occasione della Giornata Nazionale per il sostentamento del clero è stata pubblicata una riflessione di Cristiana Dobner, teologa carmelitana scalza.

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Sostentamento?

Certamente tutti dobbiamo sostenerci altrimenti ci riduciamo ad una larva che soltanto vegeta ma non vive.

Tuttavia, per chi crede, il significato procede ben più in là del cosiddetto “tozzo di pane”, posto poi che davvero il tozzo bastasse.

Ci si apre uno scenario che non è quello del Centro Commerciale, degli uffici per gli affari economici o lo squallore di una vecchiaia in casa di riposo per poveretti, se prima non si sono prese alcune misure precauzionali.

È preoccupante notare come proliferano corsi, incontri, seminari che si occupano di economia, di investimenti che vengono proposti a parrocchie, gruppi, associazioni.

Niente di male, anzi molto bene, mi si dirà.

Da parte mia, vivissima è la preoccupazione: il sacerdote, colui che è stato unto e agisce e vive perché investito dallo Spirito della missione dell’annuncio della Parola fattasi carne, Gesù Cristo, non conosce e fa conoscere quanto realmente nell’esistenza di ogni persona creata è il fondamento del suo respiro?

Intendo: viviamo sempre sotto lo sguardo del Padre che è provvido, che ci guida nel cammino e pone dinnanzi a noi tutto quanto di cui abbisogniamo per rendere realmente concreta la missione che, nella storia, ci è affidata?

Il prete è questo sguardo comunicato, che cammina al tuo fianco, che ti esorta e soccorre ma non ti conduce al corso sul bitcoin per investire al meglio.

Il prete che, avvolto nel mistero cui risponde con fede fondata sulla Roccia, ci dona un pane che diviene Pane, un vino che diviene Sangue di Colui che è morto per noi e che da Risorto ci investe con la luce dell’Amore trinitario, non deve spendersi nel far sì che chi lo incontra venga magnetizzato da questo mistero e lo renda ragione di vita?

Portarsi dinnanzi ad un prete per rendersi trasparenti dinnanzi all’Amore che ci ha creati e che ci fa vivere in ogni secondo della nostra esistenza, per chiedere il soccorso e non cadere più nei nostri egoismi ma scoprirsi depositari di un dono inarrivabile e gratuito di perdono, non pone il prete nella sua realtà di canale di grazia, di colui che, in tutti i frangenti, così dolorosamente intrecciati dei rapporti umani, nazionali e mondiali, dilata ad una dimensione che non desidera altro che emergere e cambiarci i…connotati? Non in dispute, non in alterchi verbali o aggressioni fisiche ma lasciando trasparire il Soffio, quello Spirito che in noi dimora ma che rischiamo di zittire, sotto il cumulo delle nostre iniziative, che crea e per noi sempre intercede con quei gemiti sempre accolti e di cui ci indica l’unica soluzione possibile.

Da soli, i credenti, non possono camminare con il passo della fede, della speranza, della carità, hanno bisogno di un padre che ne abbia ricevuto, sperimentato il dono e sappia, da fratello, condividerlo, parteciparlo. Il Pane dell’Eucaristia il prete lo porta sempre in sé e sempre può spezzarlo a tutti, perché egli, per primo, si lascia spezzare.

La veste che il prete indossa annuncia il significato di veste di lode all’Altissimo, di chi, tenta – come ben sottolineava Adrienne von Speyr – di vivere la Presenza che avvolge non solo il nostro pianeta ma tutto l’universo.

Mi si potrebbe obiettare: la concretezza di ogni giorno è ben diversa, alle prese con mille tentacoli che vogliono e possono agganciarti, appunto proprio per questo il prete deve essere libero, capace di porgere la mano, non perché egli sia o si ritenga vincitore ma perché anch’egli tenta di lasciar trasparire il mistero che lo abita e lo ha consacrato.

Uniti nel Dono / A settembre nuove storie di sacerdoti e comunità

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In Italia ci sono circa 31.000 sacerdoti che si dedicano a tutti noi e alle nostre comunità. I fedeli e i sacerdoti sono affidati gli uni agli altri, come nelle comunità cristiane delle origini.

Promuovere e raccogliere le Offerte deducibili dei donatori a sostegno di tutti i sacerdoti delle diocesi italiane, inclusi gli anziani e malati e quelli in missione all’estero, è molto importante. Per questo è possibile donare anche online, in modo semplice e sicuro, collegandosi al sito Uniti nel Dono.

Il sito offre molte informazioni sul sostentamento dei sacerdoti, compresi gli aggiornamenti sulla raccolta, e tantissime storie di comunità parrocchiali che vivono testimoniando, insieme ai propri sacerdoti, i valori del Vangelo. Di seguito alcuni titoli delle storie più recenti.

Roma: giocando si impara… a vivere insieme

Nella parrocchia dei Santi Protomartiri Romani, all’Aurelio, gli spazi sono stati messi a disposizione del quartiere per offrire a tutti un punto di aggregazione dove poter crescere con valori sani: il gr.est. ha coinvolto 200 bambini e 70 animatori, per il Giubileo sono stati ospitati 400 giovani e nella quotidianità il mini calcio e il mini rugby sono opportunità di crescita per i più piccoli.

Un prete per otto parrocchie, tra i monti bellunesi

Una valle che negli ultimi dieci anni ha perso un quinto degli abitanti, ma la comunità cristiana è un presidio di umanità e di socialità, oltre che di fede. Don Roberto, percorrendo decine di migliaia di chilometri l’anno, tiene unite le otto parrocchie che gli sono affidate, con la preziosa e discreta collaborazione del suo predecessore, ormai in pensione, e di uno stuolo di generosi laici.

La bellezza di un Sole che sorge… sul mare

Giulianova (TE), riviera abruzzese. Un gruppo di giovani, convocati da don Attilio Ricci e dalla pastorale vocazionale della diocesi di Teramo Atri, si ritrova all’alba in riva al mare per celebrare l’eucarestia e fare un’esperienza intima e profonda della presenza di Dio, sulla scia dell’entusiasmo seminato dalla Gmg di Lisbona e dal Giubileo dei giovani celebrato a Roma.

In allegato il fabbisogno 2024, la raccolta delle Offerte dal 1989 e tutte le modalità per donare.

Secondo appuntamento sul libro di Rut / Luigino Bruni e Il dono del grano sospeso

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Pubblichiamo la registrazione del secondo dei 3 appuntamenti di formazione on-line tenutosi lo scorso 8 settembre dal prof. Luigino Bruni, docente di economia presso l’Università Lumsa di Roma e Vicepresidente della Fondazione The Economy of Francesco, su Il dono del grano sospeso.

Qui troverete la registrazione del primo appuntamento su La grammatica del per-sempre.
In questi incontri formativi on-line verrà seguita Rut nello sviluppo della sua storia, una storia di fragilità e di forza insieme, che introduce nel cuore di grandi temi biblici ed economici, ieri e oggi.
Prossimo appuntamento il 13 ottobre sempre alle 20.30 su L’altro nome dell’economia. Salvate la data!

21 settembre Giornata Nazionale sostentamento clero / Un’Offerta deducibile per i sacerdoti per custodire il cuore delle nostre comunità

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Un gesto di riconoscenza verso i sacerdoti che ogni giorno si prendono cura delle nostre comunità. È questo l’invito che la Chiesa italiana rivolge ai fedeli in occasione della XXXVII Giornata Nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero, in programma domenica 21 settembre 2025.

I sacerdoti, oggi più che mai, rappresentano una risorsa fondamentale. Sono annunciatori del Vangelo nella concretezza della vita quotidiana, artigiani di relazioni autentiche, punti di riferimento per famiglie in difficoltà, anziani soli, giovani disorientati o in cerca di lavoro. Con discrezione e tenacia, offrono tempo, energie e ascolto costruendo reti di solidarietà e accompagnando percorsi di fede e rinascita.

“La Giornata Nazionale spiega il responsabile del Servizio Promozione per il Sostegno Economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni richiama l’attenzione sull’importanza della missione dei sacerdoti, sulla bellezza del loro servizio e sulla corresponsabilità richiesta alla comunità cattolica. È un’opportunità per esprimere gratitudine verso uomini di fede, speranza e prossimità, che ogni giorno offrono la loro vita per il bene delle comunità. Sostenerli non è solo un atto economico, ma un segno concreto di appartenenza e partecipazione ecclesiale”.

Spesso si crede, erroneamente, che l’obolo domenicale sia sufficiente a garantire il sostentamento del clero. Ma in molte realtà, queste risorse non coprono il necessario. “Fa riflettere il fatto che oggi le Offerte deducibili a favore dell’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC) – aggiunge Monzio Compagnoni – coprono meno del 2% del fabbisogno annuale complessivo. Dietro ogni sacerdote c’è una vita interamente dedicata agli altri. E ogni Offerta, anche la più piccola, è un modo per dire ‘grazie’ e sostenere concretamente i nostri preti, permettendo loro di continuare ad essere presenza operosa nelle parrocchie”.

Le Offerte deducibili, istituite con la revisione del Concordato, oltre quarant’anni fa, rimangono ancora oggi uno strumento poco conosciuto e sottoutilizzato. Nel 2024, secondo i dati diramati dal Servizio promozione sostegno economico CEI, le Offerte raccolte, pari a 7,9 milioni di euro, hanno contribuito al sostentamento di circa 31.000 sacerdoti attivi nelle 226 diocesi italiane, inclusi 250 fidei donum – missionari nei Paesi in via di sviluppo – e 2.517 sacerdoti anziani o malati che, pur avendo concluso il loro ministero, restano testimoni di una vita spesa per il Vangelo. L’ammontare raccolto, pur significativo, resta però lontano dai 522 milioni di euro necessari a garantire una remunerazione dignitosa – attorno ai 1.000 euro mensili per 12 mesi – a ciascun presbitero.

Attraverso il sito www.unitineldono.it, è possibile effettuare una donazione in modo sicuro e semplice. Chi lo desidera, può anche iscriversi alla newsletter mensile per ricevere aggiornamenti e scoprire storie vere di sacerdoti e comunità che, da nord a sud del Paese, rendono visibile il volto della Chiesa che ama, accoglie e accompagna.

In allegato il comunicato stampa completo degli allegati relativi alla raccolta storica delle Offerte deducibili per i sacerdoti destinate all’ICSC e a tutte le modalità di versamento, e la locandina Giornata Nazionale.

Qui un articolo pubblicaro sull’agenzia Sir.

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