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8xmille / Cremona, i detenuti della Casa circondariale ristrutturano le persiane della Casa dell’accoglienza

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Nell’anno del Giubileo, un segno concreto di speranza e giustizia arriva dalla falegnameria della Casa circondariale di Cremona, dove due persone detenute sono protagoniste di un progetto di reinserimento e restituzione alla comunità.

In questi mesi, stanno lavorando alla ristrutturazione di 48 persiane della Casa dell’Accoglienza di Cremona, opera-segno scelta dalla diocesi per il Giubileo 2025. L’iniziativa, promossa da Caritas Cremonese nell’ambito del progetto “Dare Speranza alla Giustizia” finanziato con i fondi dell’8xmille di Caritas Italiana, mira a trasformare la pena in un’opportunità formativa e sociale.

“Vogliamo che la ristrutturazione abbia un significato più profondo – spiega suor Mariagrazia Girola, referente Caritas per i progetti in carcere a TeleRadio Cremona Cittanova – offrendo non solo un’occupazione, ma anche un’occasione di senso e dignità”. A guidare il lavoro è il falegname Emanuele, affiancato dal volontario Maurizio Lanfranchi, presidente dell’Associazione MEDeA. Uno dei detenuti coinvolti, ex meccanico, racconta la sua esperienza come una vera sfida di apprendimento e cambiamento.

La ristrutturazione della Casa dell’Accoglienza, inaugurata nel 1988, si inserisce in un più ampio progetto di rilancio della struttura come centro formativo e simbolo della carità diocesana. L’intera comunità è chiamata a sostenere l’opera durante l’Anno Santo, con momenti di preghiera, pellegrinaggi e testimonianze promosse da Caritas.

(Sir)

8xmille / Caritas Potenza: inaugurato a Baragiano Scalo il nuovo centro di aggregazione giovanile “Uno, monta la luna!”

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Il 9 settembre, con la benedizione ed il taglio del nastro, ha aperto i battenti a Baragiano Scalo il nuovo centro di aggregazione giovanile “Uno, monta la luna!”, promosso dalla Caritas diocesana di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo e realizzato grazie al fondo CEI 8xmille di Caritas Italiana e fondi diocesani presso l’ex casa canonica del centro pastorale di Baragiano Scalo. Un’inaugurazione che – viene sottolineato in una nota – rappresenta molto più di un evento locale: è un segnale forte e concreto di speranza e rigenerazione per le aree interne, spesso segnate da spopolamento e solitudini. Con questo nuovo spazio si restituisce centralità e dignità ad un territorio che vuole restare vivo, abitato e coeso.

Il centro nasce come luogo di aggregazione, cultura, educazione e inclusione, rivolto in particolare ai minori e ai giovani del territorio, ma ovviamente aperto anche alle famiglie e all’intera comunità. Attraverso servizi come il doposcuola, laboratori educativi, attività ludiche, tornei e momenti di confronto e convivialità, “Uno, monta la luna!” si propone di contrastare l’isolamento sociale, la povertà educativa e di favorire legami autentici tra le persone.

“Questo spazio è frutto del desiderio di offrire ai giovani un luogo nel quale ritrovarsi e dove condividere sogni ma anche difficoltà, per rispondere ai problemi delle povertà educative con la centralità delle famiglie. Questa opera pastorale permette, dopo circa 7 anni, di restituire dei locali alla collettività. Questi fondi sono stati una carezza, perciò, invito a sostenere l’8xmille”, ha affermato il parroco, don Josè Conti, precisando che ogni anno proprio grazie all’8xmille il Centro di ascolto parrocchiale può sostenere le famiglie in difficoltà e a rischio esclusione sociale.

Per l’Arcivescovo Davide Carbonaro nasce “un luogo di aggregazione, di amicizia, di condivisione e di vita. È giusto che l’educazione all’interno della comunità cristiana trovi la sua specificità nell’annuncio della fede ma anche nella dimensione umana; pertanto, questo luogo aggregativo è un segno importantissimo in particolare per le aree interne”. “Oggi siamo 200 gocce di acqua pura per dissetare questa nostra piccola comunità”, ha ribadito Mons. Carbonaro rivolgendosi ai tanti fedeli presenti. “Come Caritas diocesana crediamo profondamente che essere comunità significhi prendersi cura gli uni degli altri, camminare insieme, creare luoghi dove ciascuno possa sentirsi accolto, riconosciuto, valorizzato. Questo centro è un presidio educativo e sociale, ma soprattutto un seme di futuro. Un punto di riferimento per i giovani e per le famiglie, una porta aperta al dialogo tra scuola, istituzioni e realtà locali. Un luogo di prossimità, partecipazione e speranza abilmente alimentata con la forza della fede e la capacità dell’ascolto da don Josè, che ringrazio per l’impegno profuso e le energie spese in questa progettualità”, ha sottolineato il direttore della Caritas diocesana, Marina Buoncristiano, esprimendo piena gratitudine all’Amministrazione comunale di Baragiano, al corpo docenti dell’I.c. Carlucci, alla dirigente dell’Ussm, Caterina Ferrone, al Centro di ascolto Caritas parrocchiale e a tutto l’instancabile gruppo di volontari del centro di aggregazione giovanile.

(Sir)

8xmille e Beni Ecclesiastici / Abbazia S. Scolastica Subiaco, in mostra i tesori della biblioteca donata da Pio VI al Seminario locale

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L’abbazia territoriale di Subiaco propone dal 14 settembre fino al 31 ottobre 2025 presso il monastero di Santa Scolastica, sala San Gregorio Magno, una mostra dedicata al patrimonio librario custodito nella biblioteca che Papa Pio VI, abate commendatario dell’abbazia dal 1773, donò al Seminario abbaziale da lui fatto riedificare dalle fondamenta.

La ricorrenza in questo 2025, si legge in una nota dell’abbazia, “segnato dal Giubileo e dalla nomina di Subiaco a Capitale italiana del libro, dal 250° anniversario della elezione del cesenate Giovanni Angelo Braschi al papato col nome di Pio VI, avvenuta nell’anno giubilare 1775, offre una preziosa opportunità per tornare a riflettere sui profondi segni lasciati dal pontefice a Subiaco e nel territorio in qualità di Abate commendatario dell’Abbazia Nullius sublacense. A chi percorre le vie della città – spiega la nota – non possono sfuggire l’imponente profilo della Rocca abbaziale, le decorazioni custodite nel palazzo della Missione, la maestosa mole della chiesa di Sant’Andrea apostolo e dell’adiacente Seminario, per ricordare le committenze più note, fino all’Arco trionfale che accoglie il visitatore al suo ingresso a Subiaco, eretto dalla cittadinanza per rendere omaggio al suo benefattore”.

Tra gli atti di maggiore munificenza compiuti da Pio VI a favore dell’Abbazia sublacense, ricorda la nota, vi fu la donazione al nuovo Seminario di una preziosa biblioteca destinata alla formazione dei giovani chierici avviati alla vita ecclesiastica, ma anche ‘aperta al pubblico intero’.

La raccolta era fornita di tutti i testi utili alla preparazione religiosa e spirituale dei giovani chierici nella ‘Dottrina’, nella ‘Religione Cristiana’ ed al ‘servire la Santa Messa’ nonché alla loro istruzione ‘nella piena Gramatica, Umanità, Rettorica, Filosofia, e Teologia’. A questi si aggiungevano volumi di storia, storia della Chiesa, diritto, musica e canto, arte e archeologia cristiana e pagana, geografia, fisica, matematica, trigonometria, scienze, medicina, per citarne alcuni, opera dei più rinomati autori tanto ‘antichi’ quanto ‘moderni’ e spesso in prime edizioni. Molti dei testi esposti sono stati oggetto negli ultimi anni di importanti interventi di restauro finanziati dalla stessa Abbazia grazie ai fondi dell’8xmille messi a disposizione dall’Ufficio nazionale Beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. “Una preziosa occasione – conclude la nota – per apprezzare la pregevolezza dei volumi esposti, spesso corredati da splendide coperte e da un ricco repertorio di illustrazioni disegnate e incise dai più grandi artisti, ma anche per lasciarsi affascinare dallo straordinario deposito di saggezza in essi custodito, tesoro inestimabile che il passato ha lasciato in eredità al presente per riconsegnarlo al futuro”. Orari di visita: 9.30-12.30; 15.30-18.30.

(Sir)

Sovvenire / L’incontro regionale del Lazio il 27 settembre

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Si terrà presso il Seminario Vescovile di Albano, Piazza S. Paolo, il prossimo 27 settembre l’incontro degli incaricati diocesani del Lazio sul sostegno economico alla Chiesa.

Avrà inizio alle ore 10.00 con la preghiera e il saluto di Mons. Vincenzo Viva, Vescovo della diocesi di Albano.

L’introduzione ai lavori sarà a cura di Mons Orazio Francesco Piazza, Vescovo della diocesi di Viterbo e delegato regionale del Sovvenire.

Quindi seguirà un intervento di Letizia Franchellucci, incaricata del coordinamento della rete territoriale della CEI sul progetto Uniti Possiamo: La forza del “noi”, il successo della raccolta.

Interverrà quindi il Referente regionale diacono Antonello Palozzi.

Dopo il pranzo è prevista una visita del Borgo Laudato Sì e dei giardini delle Ville Pontificie.

Il rientro è previsto per le 16.30.

8xmille / Un futuro per le donne disoccupate, corsi per attività artigianali organizzati dalla diocesi di Cefalù

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Con un comunicato stampa del 12 settembre la diocesi di Cefalù dà notizia dell’inaugurazione, nella parrocchia Santa Maria di Gesù di Caltavuturo, del progetto “Tessere Opportunità”, a cura del Servizio ausiliare Caritas diocesana realizzato grazie ai fondi 8xmille destinati alla Chiesa cattolica.

“L’iniziativa ha l’obiettivo di creare lavoro stabile e dignitoso per donne disoccupate, mamme in difficoltà economica e giovani alla ricerca di occupazione ma spesso escluse dai circuiti lavorativi tradizionali. Il progetto vuole così diventare un motore di sviluppo locale, puntando su un modello artigianale e sostenibile capace di consolidarsi nel tempo”, si legge in una nota della diocesi di Cefalù.

Le partecipanti al progetto, una volta formate, potranno scegliere se avviare una propria iniziativa imprenditoriale, idea già prospettata da alcune delle corsiste che hanno manifestato la volontà di costruire un futuro professionale autonomo e fortemente sostenuta dal Vescovo Mons. Giuseppe Marciante, che ha seguito fin dalle prime fasi la progettazione di questa realtà, oppure inserirsi in botteghe artigianali già attive nel territorio – a Petralia Sottana, Cerda, Polizzi Generosa e Bagheria – che rappresentano un’importante opportunità di lavoro concreto e qualificato.

Alife-Caiazzo / A Piedimonte le famiglie protagoniste. Il restauro dell’organo si fa insieme

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Pubblichiamo con piacere l’articolo che l’incaricata diocesana del Sovvenire di Alife-Caiazzo, Annamaria Gregorio, ha scritto per la rivista clarusonile.it.

Una manifestazione gioiosa, che ha pienamente espresso i valori di comunione, corresponsabilità e compartecipazione, è stata quella realizzata il 4 settembre sera, presso l’Oratorio San Filippo Neri, nella Parrocchia Ave Gratia Plena di Piedimonte Matese, dove il Parroco Don Armando Visone, fin dal suo arrivo nel 2022 ha voluto ogni anno una “Festa della Famiglia”, quest’anno alla IV edizione, organizzata dalla Confraternita di Santa Maria della Libera, con la collaborazione del Gruppo “Famiglie in cammino”, dei Gruppi parrocchiali e dell’Amministrazione Comunale, come sempre prevista durante il periodo del novenario dedicato a Maria Santissima della Libera, (30 agosto – 7 settembre).

Nell’occasione, come di consueto, è sempre inserito l’incontro di formazione sul Sovvenire a cura dell’incaricata diocesana Annamaria Gregorio, quest’anno con un particolare riferimento al 40° della Legge 20 maggio 1985, n. 222 e quindi all’importanza della firma per la destinazione dell’8xmille alla Chiesa Cattolica.

Oltre all’aspetto tecnico e fiscale dell’8xmille, ai fondamenti teologici e ai valori che sono alla base del sostegno alla Chiesa cattolica, è stato presentato un caso pratico di immediata applicazione dello stesso, in vista del restauro dell’organo a canne della Chiesa di San Filippo Neri finanziato dalla CEI per il 70% i cui lavori sono seguiti dall’Ufficio diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici ed Edilizia di Culto.

Infatti, dopo la parte espositiva puramente giuridica, supportata anche dal video L’ABC del Sovvenire, c’è stato l’intervento del M° organista Roberto Di Buccio che ha illustrato come sta avvenendo il restauro dello strumento, risalente al 1700, che lo scorso aprile è stato prelevato dalla Bottega Organara Dell’Orto e Lanzini, di Dormelletto, in provincia di Novara, che ne curerà il recupero. La spesa complessiva ammonta a 41.527,50 euro che la Chiesa cattolica italiana si impegna a sostenere per il 70%, mentre il rimanente 30% sarà a cura della Parrocchia, con il particolare impegno della Confraternita di Santa Maria della Libera, promotrice dell’iniziativa del restauro e di ulteriori campagne di sostegno economico per coprire il 30% della spesa spettante alla Parrocchia. A questo proposito, dal Dott. Alfonso Feola, segretario della Confraternita è stata lanciata la campagna “Adotta una canna”, che permetterà a chiunque di sostenere la quota della spesa parrocchiale con un modico contributo, sottoscrivendo l’impegno per se stesso oppure in memoria di un caro defunto della propria famiglia. Numerosa è stata l’affluenza e molte le adesioni dei partecipanti, esprimendo in modo concreto il senso di corresponsabilità e di appartenenza che ogni cristiano deve avere per la sua comunità. Al momento formativo è seguito un altro conviviale e festoso secondo il programma dei festeggiamenti civili che animano il quartiere nel week end 5-7 settembre.

8xmille in Sud Sudan / Mons. Carlassare: “Chiesa, spazio di pace, nonostante tutto”

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La Chiesa cattolica nel Paese è molto giovane, ci sono vocazioni locali e anche una grande presenza di religiosi missionari. Una realtà molto viva che la Conferenza Episcopale Italiana ha sostenuto e accompagnato. In particolare, attraverso il Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli ha finanziato 58 progetti grazie a 16,5 milioni di euro provenienti dai fondi 8xmille destinati dai cittadini alla Chiesa cattolica. È stato possibile intervenire in vari settori: sanità, con ospedali e cliniche, agricoltura, approvvigionamento idrico, istruzione, con scuole di tutti i livelli e progetti di educazione inclusiva come quelli realizzati con AVSI. Ma anche in altri ambiti, come appunto quello dei ragazzi di strada, o quello della salute mentale, con il progetto M(H)IND (Mental Health and Integration for Development), coordinato da AMREF per avviare e rafforzare servizi integrati. Sono stati anche messi a disposizione fondi per far fronte alle emergenze causate dalla guerra, dalla siccità, dalle inondazioni per realizzare, attraverso Caritas Italiana, interventi di carattere sanitario e nutrizionale di Medici con l’Africa CUAMM, dando anche supporto all’ospedale comboniano di Wau e a progetti di riabilitazione socioeconomica della Caritas locale.

Sul Sir (qui) è stata pubblicata un’intervista di Ferruccio Ferrante a Mons. Christian Carlassare, missionario comboniano e Vescovo della giovane diocesi di Bentiu, nel Sud Sudan, eretta da papa Francesco nel 2023. Ne proponiamo di seguito qualche stralcio.

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In Sud Sudan la pace resta un orizzonte fragile e necessario, da costruire giorno per giorno nelle comunità, tra ferite ancora aperte e povertà strutturali. Ne è convinto Mons. Christian Carlassare, missionario comboniano e vescovo della giovane diocesi di Bentiu, eretta da papa Francesco nel 2023. Un territorio vastissimo, segnato da conflitti, sfollamenti e precarietà, dove la Chiesa si fa famiglia, spazio di incontro e di speranza. Carlassare racconta le sfide e le fatiche di un popolo che “aspira alla pace”, e il compito della comunità ecclesiale chiamata a resistere alla logica delle armi e a generare fraternità.

Nel 2021, poco prima della sua ordinazione episcopale, lei è stato vittima di un grave attentato. Quell’esperienza ha prodotto più cicatrici o linfa?
È stata una esperienza molto dolorosa sia per me che per la chiesa in Rumbek. Porto le cicatrici sulle gambe, ma altri le portano nel cuore, soprattutto chi ancora non riconosce l’errore fatto. Abbiamo tutti bisogno di verità, conversione e perdono. In diocesi ci siamo tesi la mano, ci siamo rialzati e abbiamo iniziato un bel percorso insieme. Quindi direi che le ferite hanno portato più linfa che aiuta la guarigione. È stato un momento di grazia, fraternità e cambiamento che continua a portare frutti per capire meglio cosa significhi essere chiesa, comunità più matura nella fede e nell’amore. La sfida è togliere l’etichetta di una chiesa/agenzia umanitaria perché si veda sempre più il vero volto di una chiesa famiglia, comunità alternativa di resistenza e cambiamento nella fede.

Quali sono le sfide più grandi in un contesto complesso come il Sud Sudan, ferito da guerra, vulnerabilità climatica, tensioni sociali che lacerano la società e acuiscono la povertà?
Il paese aspira alla pace. Ma la pace non scende dal cielo se non siamo pronti ad accoglierla nei nostri cuori e costruirla a partire dalle comunità, giorno per giorno, superando le relazioni conflittuali. La chiesa può svolgere un ruolo cruciale nell’educazione alla pace delle giovani generazioni. Prima di tutto attraverso la denuncia e la profezia, parlando apertamente contro la proliferazione delle armi, l’arruolamento di giovani, violenze e ingiustizie. I media ci possono aiutare a trasmettere messaggi di speranza, piuttosto che alimentare sconforto con pregiudizi e ideologia.

Cosa significa essere vescovo di Bentiu, zona devastata dal conflitto, con il più grande campo profughi del paese e 130 mila sfollati totalmente dipendenti dall’aiuto umanitario?
Essere vescovo qui mi chiede di fermarmi, di chinarmi e farmi prossimo di una popolazione che è stata vittima di briganti. Ci vuole tanta pazienza, e compassione. Le risorse sono limitate: non abbiamo che vino e olio per trattarne le ferite, e quanto basta per pagare due giorni alla locanda che accoglie tutti. Ma la risorsa più bella è la nostra umanità e la solidarietà. La Provvidenza non mancherà nella misura in cui vivremo la fraternità con coraggio e speranza. Sarà importante sostenere iniziative per lo sviluppo umano integrale e la giustizia sociale incoraggiando attività economiche e accesso a servizi essenziali come acqua e salute. Siamo nel mezzo di una palude dove da 5 anni il 30% del territorio è sott’acqua, ma non abbiamo acqua potabile e nei mesi scorsi, abbiamo avuto una terribile epidemia di colera che si è portata via quasi 200 vite, soprattutto anziani e bambini.

Papa Leone XIV ha sottolineato che “La nonviolenza come metodo e come stile deve contraddistinguere le nostre decisioni, le nostre relazioni, le nostre azioni”. Una scelta che chiede, però, anche cambiamenti strutturali…
È tempo di un nuovo risveglio. La politica è subordinata agli interessi del mercato. Si continua a fare la guerra perché ci sono interessi economici sostenuti da gruppi di potere. Si parla di riarmo e deterrenza, ma è ideologico pensare che le armi possano aiutarci a mantenere la pace. In realtà si mantiene il mondo in una dinamica permanente di conflitto e di emergenza umanitaria. Prima o poi quelle armi saranno vendute, scambiate o regalate. Allora in questo momento storico che sembra avere perso la strada della pace, del dialogo e della nonviolenza, dobbiamo avere il coraggio di invertire la rotta. Come dice papa Leone: “Il male non trionferà”.

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Sviluppo dei popoli / L’8xmille per favorire giustizia e diritti e ridare speranza

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Il 20 settembre si celebra il Giubileo degli operatori di giustizia, che riguarda quanti sono coinvolti nel mondo della giustizia laica, canonica, ecclesiastica, a vario titolo: giudici, pubblici ministeri, magistrati, avvocati, operatori del diritto. La Chiesa italiana, tramite il Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, grazie ai fondi dell’8xmille, sostiene in tutto il mondo migliaia di progetti, sia specificamente rivolti agli operatori di giustizia, sia in senso più ampio volti a dare opportunità, rigenerare speranza, diventando così volano per declinare la giustizia, anche in contesti difficili e precari.

Costruire giustizia vuol dire esigere il rispetto dei diritti, di tutti. Nell’ultimo Rapporto del “Norwegian Refugee Council” (NRC), pubblicato lo scorso giugno, sono elencate le dieci crisi più dimenticate al mondo di “forced displacement”, in cui le persone si spostano dalla propria regione o paese non volontariamente, ma a causa di persecuzioni, conflitti, violenza generalizzata, violazione dei diritti umani o disastri ambientali. Otto riguardano Paesi africani, ai quali si aggiungono l’Iran – con un numero crescente di rifugiati afghani – e l’Honduras. Circa 245mila honduregni hanno presentato domanda di asilo nel 2024, mentre almeno 100mila sono stati sfollati all’interno del Paese. Si tratta probabilmente di una sottostima, che maschera la reale portata della crisi. Il paese è un punto di transito per molti migranti diretti verso il nord, di cui spesso si perdono le tracce. La Chiesa locale da oltre 30 anni sostiene loro e le loro famiglie nel richiedere il rispetto dei loro diritti. Con un supporto legale ha potuto così aiutare tante famiglie di migranti scomparsi riunite in comitati nella costante ricerca di verità, giustizia e riparazione.

Come avviene anche in Messico, dove il Centro diritti umani “Miguel Agustín Pro Juárez” (Prodh), fondato dai gesuiti nel 1988, accompagna la ricerca della verità e della giustizia di numerose famiglie in cerca dei loro cari, mettendo risorse e capacità tecniche, materiali e umane al servizio delle vittime. Più in generale offre l’aiuto per rompere il silenzio contro impunità, corruzione e arresti arbitrari, con una costante azione di sensibilizzazione e difesa dei diritti. Dal 1° luglio a dirigerlo c’è, per la prima volta, una donna, la prof.ssa María Luisa Aguilar Rodríguez. “Ogni giorno – raccontano gli avvocati che patrocinano gratuitamente e i volontari che cercano di formare i cittadini per cambiare istituzioni e mentalità – vediamo la speranza delle vittime che, nonostante le avversità, continuano a lottare per la giustizia e la verità con resilienza e generosità. Le accompagniamo con una consulenza legale. Pubblicizziamo i loro casi alla radio, alla televisione e sulla stampa”. Alcune donne indigene Yañ”u che sono state imprigionate e condannate a 7 anni di carcere, grazie alla consulenza ricevuta, sono state rilasciate e il Procuratore generale della nazione ha chiesto loro perdono in un auditorium di circa 250 persone.

Casi singoli che diventano percorsi di comunità, di dialogo fondato sul rispetto della dignità umana, sulla verità, sulla responsabilità, sulla giustizia. A partire proprio dai meno tutelati. Come avviene in India, negli Stati di Goa e Maharashtra (provincia di Pune), grazie a un progetto della Fondazione Magis che attraverso formazione e accompagnamento, consente alle comunità vulnerabili di interfacciarsi con i dipartimenti e le istituzioni governative per chiedere il rispetto dei diritti e l’attuazione dei programmi sociali.

In Brasile invece, negli stati di Rio Grande do Sul, Santa Catarina, Paraná e San Paolo, la Chiesa attraverso il Consiglio Missionario Indigeno difende i diritti territoriali dei popoli indigeni che spesso si trovano in tavoli di conciliazione, interminabili negoziazioni con l’intento, in generale, di convincerli a rinunciare ai loro diritti costituzionali e ad accettare risarcimenti o scambi di terre, per favorire gli interessi economici e politici dei grandi proprietari terrieri e dell’agroindustria.

Nella Repubblica Democratica del Congo, ad esempio, la Diocesi di Budjala cerca di sviluppare le capacità delle comunità rurali in 25 villaggi, spesso vittime di gravi violazioni da parte dello Stato e di privati, nella promozione e difesa dei diritti umani e nella gestione pacifica dei conflitti. Tutto questo attraverso campagne di sensibilizzazione e la formazione di operatori delle Commissioni di Giustizia e Pace.

Progetti e contesti diversi che parlano di giustizia, pace e riconciliazione, diritti umani, formazione, informazione e stimolo nei confronti dell’opinione pubblica. Perché tutti siano consapevoli dei propri diritti, ma anche dei doveri nei confronti degli altri. Così ogni comunità può diventare, come papa Leone ha detto ai Vescovi italiani, una “casa della pace”, dove si impara a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono. (Discorso ai Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana, 17 giugno 2025).

Servizio Promozione CEI sponsor del IV Raduno di Fraternità / “IN RETE – Siamo connessi”, dove i cuori si connettono

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Per il quarto anno consecutivo, Loreto è stata la casa accogliente di un’esperienza unica di fede, amicizia e crescita. Il Raduno di Fraternità, promosso dall’Associazione di Promozione Sociale Fraternità Ft, nata dall’intuizione di don Alberto Ravagnani, ha accolto quasi 500 giovani dai 16 ai 28 anni provenienti da tutta Italia per quattro giorni intensi di catechesi, preghiera, divertimento e condivisione.

Il tema scelto era “IN RETE – Siamo connessi”, una riflessione sull’importanza di costruire legami autentici in un’epoca in cui la connessione digitale rischia di sostituire la qualità delle relazioni umane. “Nessuno si salva da solo”: la rete, non è un insieme di contatti, ma un intreccio di vite, una scelta di appartenenza e di cammino condiviso. Essere in rete significa non rassegnarsi all’individualismo, ma scegliere di costruire insieme e lasciarsi trasformare dall’incontro con l’altro.

Grande riconoscenza va a tutti coloro che hanno reso possibile questa esperienza: grazie agli sponsor, alle donazioni e in modo particolare all’8xmille della Chiesa cattolica, che ha sostenuto il Raduno offrendo le magliette per lo staff ed i bicchieri pieghevoli presenti nei welcome kit dei partecipanti, segno concreto di cura, attenzione e comunione.

Scegliere di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica o fare un’offerta deducibile a sostegno del clero significa permettere che esperienze come questa continuino a fiorire. Significa credere che i sogni dei giovani possano incontrare il Vangelo, e che ci siano sempre cuori pronti ad accompagnarli nel loro cammino.

Ad arricchire il programma del Raduno, numerosi ospiti di rilievo: don Alberto Ravagnani e don Luca Peyron, hanno guidato una parte di catechesi. Elisabetta Maschio, la coppia 5 pani e 2 pesci ed altri testimoni hanno condotto cinque workshop. A rendere ancora più intensa l’esperienza, Nicolò Govoni, la Comunità Cenacolo ed altri ospiti, hanno raccontato le loro testimonianze d’amore.

Non sono mancati però momenti di festa e leggerezza, come la serata djset del 26 agosto, aperta anche ai ragazzi non iscritti al raduno, occasione per conoscersi, sorridere, respirare insieme la bellezza di una comunità giovane e viva.

Infine, a suggellare il Raduno, come ogni anno, la sera del 27 agosto si è tenuta l’Adorazione Eucaristica nella Basilica superiore della Santa Casa: un momento di profondo coinvolgimento spirituale, capace di unire in preghiera partecipanti, staff, volontari, pellegrini e passanti.

Il Raduno di Fraternità, infine, non è solo un evento: è una rete di relazioni in cui la Chiesa si mostra giovane, capace di parlare il linguaggio di oggi senza perdere la profondità. È il segno concreto che quando i giovani si incontrano, condividono e pregano insieme, il Vangelo arde nei cuori e diventa forza di cambiamento per la vita.

Eleonora Commentucci

Associazione Fraternità Ft APS

Dai luoghi comuni alla narrazione concreta / Al Meeting gli interventi sul sostegno economico alla Chiesa

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“Firmare l’8xmille costa”. “Faccio già l’offerta durante la messa, basta quello”. “I sacerdoti? Prendono uno stipendio da dirigenti”. “La Chiesa è ricca”.

Sono solo alcuni dei luoghi comuni più diffusi sul tema del sostegno economico alla Chiesa. Ma cosa c’è di vero? E cosa accade davvero quando una persona decide di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica o di fare un’offerta deducibile per sostenere gli oltre 31.000 sacerdoti?

Al Meeting di Rimini 2025, il Servizio per la promozione del sostegno alla Chiesa cattolica ha proposto uno spazio per mettere al centro proprio queste domande, con l’obiettivo di superare la confusione informativa e riportare l’attenzione su una realtà concreta, fatta di gesti, numeri e storie.

La proposta si è sviluppata come un percorso immersivo, fatto di immagini, dati reali, video ed esperienze interattive, pensato per coinvolgere ogni visitatore – giovani, famiglie, educatori – in un’esperienza che unisce informazione, emozione e partecipazione. Una linea grafica continua attraversa lo spazio espositivo, a simboleggiare il filo che lega ogni scelta personale a un bene più grande. Ogni firma, ogni offerta, ogni piccolo gesto lascia un segno: tangibile, concreto e condiviso. La Chiesa cattolica: è un’esperienza che continua grazie alle nostre scelte.

La presenza del Servizio per la promozione del sostegno alla Chiesa cattolica al Meeting ha voluto essere, anzitutto, un’occasione per riscoprire il valore di un gesto libero e responsabile. Firmare l’8xmille o fare un’offerta deducibile non è solo un atto economico: è una forma di partecipazione al bene comune, un modo per contribuire a ciò che esiste già, rendendolo più vicino, più trasparente e più condiviso.

Oltre allo stand, il Servizio per la promozione del sostegno alla Chiesa cattolica è stato presente anche in alcuni panel pubblici in collaborazione con AVSI e Tracce, per condividere – attraverso testimonianze, numeri e racconti – l’impatto concreto di milioni di firme e donazioni. Tra gli appuntamenti più significativi, si possono rivedere i seguenti dibattiti:

  • “Myanmar: la bellezza, l’emergenza e la risposta italiana”, con Luciano Gualzetti, direttore Caritas Ambrosiana; Ranieri Sabatucci, già capodelegazione Unione Europea in Myanmar; Niccolò Tassoni Estense di Castelvecchio, capomissione Italia in Myanmar. Videomessaggio di Nang Swe Swe Aye, rappresentante Paese AVSI in Myanmar. Modera Anna Tramonti, Philanthropy and Advocacy Specialist, AVSI

  • “Sud Sudan: tra conflitti cronici e desiderio di vita”, con Gino Barsella, già rappresentante Paese di AVSI in Sud Sudan; S.E. Mons. Christian Carlassare, Vescovo di Bentiu, Sud Sudan; Piero Petrucco, amministratore delegato I.CO.P. SPA, presidente Consulta Nazionale delle Specializzazioni e vicepresidente ANCE, nonché vicepresidente della Federazione Europea delle costruzioni (FIEC) con la delega alla sostenibilità. Modera Maria Laura Conte, direttrice Comunicazione e Advocacy di AVSI

  • “Tra piazza e parrocchia: dove parla Dio?” con Mons. Ivan Maffeis, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, e Alessandro Sortino, giornalista, conduttore, autore televisivo e scrittore che ha raccontato in un libro la storia dei primi cristiani. Modera Paola Bergamini, Giornalista di Tracce.